Gli ex "Dì per Dì" si ribellano a Carrefour "Ci rovina con i prezzi"

Li trovi un po’ dappertutto. In centro e in periferia. Settanta in tutta Torino. Comodi, a due passi da casa, ristrutturati di tutto punto con scaffali nuovi e pareti illuminate da colori vivaci. Gli ex «Dì per Dì» si sono trasformati in «Carrefour Express», proprio ad indicare la possibilità di una spesa veloce.

Ma alcuni dei titolari, in franchising, di questi supermercati versano in difficoltà economiche dovute alla «politica dei prezzi voluta dal colosso Carrefour». Così almeno sostiene il legale a cui si sono affidati, l’avvocato Valeria Geroni. Che precisa: «Mi sto occupando di una decina di casi a Torino e 15 a Milano. Il problema è più serio di quando possa apparire.

Molti di questi piccoli imprenditori che per 30 anni hanno lavorato senza difficoltà, oggi sono in crisi. E alcuni di loro addirittura vicini al fallimento». Per avere più voce in capitolo hanno dato vita all’Afa (Associazione franchising alimentari) e hanno avviato una causa civile contro la «Carrefour».

Il motivo? L’avvocato Geroni non ha dubbi: «È in corso un abuso di dipendenza economica, legge 192 del ‘98, nel senso che a causa di un’aggressiva politica dei prezzi, i piccoli supermercati pagano i prodotti a Carrefour più di quanto previsto al momento dell’ordinazione. Per cui può capitare che alla fine paghino di più di quanto incassato dalla vendita alla clientela».

Possibile? «Sì, perché il pagamento non avviene al momento dell’ordinazione della merce, ma in un momento successivo anche alla consegna e cioè quando si riceve la fattura. Di cui però non si conosce prima l’importo». C’è da dire, però, che nei due casi già finiti in tribunale, la legge ha dato ragione a «Carrefour». L’avvocato Geroni ha presentato ricorso in appello e ha deciso di cambiare strategia: «Siamo stati troppo prolissi, per il futuro entreremo di più nel merito solo di pochi aspetti».
Opposta la posizione della controparte. L’avvocato Enrico Morello (uno dei legali che assiste la Carrefour) non solo rimarca la decisione del tribunale che ha dato ragione alla catena francese di ipermercati, ma osserva anche: «Le accuse contro Carrefour non stanno in piedi, si basano su presupposti autolesionisti. Che interesse avrebbe, infatti, la Carrefour a danneggiare chi porta il suo stesso marchio? È un contro senso. Ci sono “Carrefour Express” che fanno grandi affari. I problemi di alcuni possono essere legati a incapacità commerciali soggettive, non certo alla società madre che ha tutto il guadagno che il franchising funzioni».
Grazia Longo - La Stampa 26/05/2010

Nessun commento:

Posta un commento